Quanto devono dormire gli studenti universitari? Ecco le regole del sonno
L’importanza del sonno è conclamata da diversi studi ed è al contempo affermato da tutti che ore di sonno di qualità sono un ottimo deterrente per mantenere il cervello giovane ed allenato. L’importanza del dormire è primaria a tutte le età: un neonato ne avrà certo più bisogno di un anziano, ma ogni età della vita ha delle specifiche esigenze in fatto di sonno.
In questo articolo lo staff della Unicusano di Reggio Calabria ha voluto effettuare uno studio relativo a quanto devono dormire gli studenti universitari per mantenere il cervello attivo e quanto le ore di sonno possano influire sul rendimento scolastico.
Ma partiamo dal principio: sono stati molti i ricercatori universitari dei più rinomati atenei del mondo a sancire quante ore di sonno siano necessarie all’organismo umano per mantenersi in salute. E il risultati di studi ed esperimenti ha sempre portato ad un dato preciso: è necessario dormire bene di notte circa otto ore.
Un famoso proverbio, a tal proposito, recita “le ore di sonno devon essere: cinque al viandante, sei al mercante, sette allo studente e otto all’altra gente”.
Dunque, è la saggezza popolare ad aiutare la comprensione dei meccanismi del sonno in funzione non solo dell’età dell’individuo ma anche dei suoi impegni e della sua vitalità.
Un adolescente, ad esempio, tenderà a dedicarsi “a tempo pieno” allo studio portando il cervello ad agire pieno regime fino a notte inoltrata; d’altra parte -magari- se andrà a letto a tarda notte, la mattina si sveglierà ben più tardi del canto del gallo.
Questa è un po’ la conclusione degli studi di Unicusano: le regole del sonno vanno contestualizzate alle abitudini e alla fascia d’età.
Ciò non toglie, comunque, che il sonno sia indispensabile per tutti e sia funzionale alla rigenerazione fisica (Sonno NREM) e cerebrale (Sonno REM). Inoltre, è stato studiato che è consigliabile dormire, di media – per riposare bene senza sentirsi stanchi – almeno sei ore e non più di otto.
In caso si facciano meno di 6 ore di sonno, il cervello tenderà a non recuperare la stanchezza accumulata arrivando ad impigrirsi, essere meno attivo, meno concentrato, più svogliato.
Dormire bene e studiare bene
Ricollegandosi a quest’ultimo concetto è possibile affermare che il sonno aiuta lo studio. Infatti, se il sonno è profondo e si arriva alla fase REM, il cervello si riattiva, le cellule cerebrali si rigenerano e la memoria si consolida.
Ecco, quindi, la conferma dello stretto legame fra riposo e risultati universitari: chi dorme poco può incorrere in momenti di stress e pigrizia e tenderà di conseguenza a prendere voti peggiori agli esami.
Ma dormire per aumentare il rendimento universitario significa, in primis, lasciarsi cullare da un “sonno di qualità”.
Qualità del sonno: conta più della quantità
La grande discriminante, infatti, più che dalle ore effettive in cui si poggia la testa sul cuscino è rappresentata dalla qualità del sonno.
È fondamentale che il ciclo del sonno rispetti la sua architettura e si alterni dalle fasi NonREM in cui il corpo si rilassa, il sistema vegetativo rallenta e l’organismo si riposa, alla fase REM in cui il cervello riesce a rigenerarsi.
Ma come si fa ad aumentare la qualità del sonno nei momento di forte studio o prima di un esame universitario? Ci sono dei semplicissimi trucchetti che convergono tutti verso un unico concetto: vivere una vita sana.
Proprio così: una alimentazione sana, l’attività fisica durante il giorno, evitare device come tv, tablet o smartphone nel momento in cui ci si trova a letto sono le regole principali da osservare per garantire un buon riposo.
Infatti essere sottoposti alla luce di uno schermo dove i contenuti sfrecciano veloci è una delle principali cause di insonnia. Inoltre si tende spesso (specialmente i giovani) a lasciarsi prendere dal tempo che passa: dal controllare al volo la bacheca Facebook si finisce per navigare tra i link ore intere senza nemmeno accorgersene.
Avete capito ora quanto è importante dormire bene e riposarsi prima di un esame universitario? Forza, mollate il libro e andate a letto: servirà a riacquistare forza e motivazione e a migliorare il risultato dell’esame.