Quali sono i diritti del lavoratore?

I diritti del lavoratore sono un tema che non solo è ricco di storia, ma che è anche in continua evoluzione. Ed ovviamente, che tu sia un lavoratore o stia per diventarlo, ti toccano in prima persona.

Ti piacerebbe scoprire quello che c’è da sapere? Lo Staff di Unicusano Reggio Calabria ha preparato per te un excursus a tal proposito così che tu possa fare luce su tutti i tuoi dubbi.

La storia dei diritti dei lavoratori

La storia dei diritti dei lavoratori è relativamente recente, in quanto potremmo dire che per convenzione ha inizio con la seconda rivoluzione industriale. Nel momento in cui la stragrande maggioranza delle persone è passata a lavorare nelle industrie, la loro condizione era piuttosto precaria. Stipendi bassi o praticamente inesistenti, orari pesantissimi, condizioni malsane e lo sfruttamento del lavoro minorile erano la norma. Praticamente, potremmo dire che ai tempi un lavoratore aveva solamente doveri e nessun diritto.

Per questo non è dovuto passare molto tempo perché nascesse una coscienza di classe – il proletariato – che ha dato vita a delle vere e proprie lotte, più o meno pesanti, per ottenere quelli che oggi sono i diritti del lavoratore.

In Italia

Nella nostra nazione le prime leggi a tutela del lavoratore sono state emanate alla fine dell’800. Da quel momento in poi, ad esempio, i datori di lavoro sono obbligati a stipulare assicurazioni per dare un indennizzo in caso di infortunio (fino ad allora il lavoratore in casi del genere veniva licenziato), e dopo qualche tempo divennero pubbliche (INAIL).

Quasi allo stesso tempo nascono i primi sindacati, vengono indetti scioperi e si raggiunge anche il traguardo della contrattazione collettiva. Ma non è tutto. Sono approvate anche norme di sicurezza, promulgata una legge sull’orario di lavoro, sui riposi e sulle ferie. La strada dei diritti del lavoratore sarà (ed è) ancora lunga, ma per i primi anni del XX secolo queste tappe furono importantissime.

La costituzione

Il momento della nostra storia in cui al lavoro – quindi anche al lavoratore – viene riconosciuto un ruolo centrale nella società è con l’emanazione della Costituzione Italiana. Ti basti pensare all’art.1, che dice:

L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.


Così, dagli anni ’60 ripresero le leggi a favore dei diritti del lavoratore. Fondamentale (ancora oggi) fu la legge 20 del maggio 1970, che emanava lo Statuto dei Diritti del Lavoratore, che di fatto rappresenta l’apice della legislazione a favore dei diritti di chi svolge un impiego. Le leggi più recenti sono state più incentrate sulla liberalizzazione e sulla flessibilità del mercato del lavoro (principalmente privato) e meno volte a tutelare il lavoratore stesso. Quindi vediamo quali sono i suoi principali diritti oggi.

I diritti del lavoratore in Italia

In Italia possiamo suddividere i diritti del lavoratore in due macro gruppi, ovvero

  • i diritti patrimoniali,
  • diritti personali.

Il più classico dei primi è il diritto alla retribuzione. Infatti, qualsiasi lavoro implica un pagamento in denaro adeguato allo sforzo (fisico o mentale) richiesto per svolgerlo. Quindi si parla di retribuzione proporzionata alla quantità ma anche alla qualità del lavoro svolto. Ma soprattutto, deve essere sufficiente ad assicurare a chi la percepisce ed alla sua eventuale famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

I contratti nazionali di categoria o di settore stabiliscono quale deve essere il minimo della retribuzione per tutti coloro che svolgono una determinata attività.

I diritti personali

I principali diritti personali sono suddivisibili in tre categorie.

  1. Diritti per la salute e sicurezza sul lavoro

    La salute è un diritto fondamentale di qualsiasi individuo. Ne consegue quindi che il diritto alla salute ed alla sicurezza delle condizioni di lavoro sia il più importante tra i diritti personali. Per questo il datore di lavoro ha l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie a seconda del caso, affinché venga preservata l’integrità fisica e morale del dipendente.

    Tra questi rientrano anche le ferie retribuite ed il riposo. Ovviamente il livello d’usura dovuto all’occupazione fa variare il monte totale di entrambi, ma in generale i minimi prevedono:
    – una pausa di almeno mezzora continuativa durante l’orario di lavoro se questo supera le sei ore;
    – almeno 11 ore di riposo tra ogni turno di lavoro;
    – un riposo settimanale di almeno 24ore;
    – quattro settimane di ferie retribuite l’anno.
  2. Diritti di maternità e paternità

    Ogni donna in stato di gravidanza ha diritto ad astenersi dal lavoro per un periodo prestabilito minimo di 5 mesi, senza subire alcuna ritorsione da parte del datore di lavoro. Possono essere suddivisi tra prima e dopo la data del parto e, per i primi 3 anni di vita del bambino, i genitori hanno diritto al congedo parentale per assisterlo in caso di malattia.
  3. Diritti sindacali

    I diritti sindacali sono diritti dei lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e prevedono:
    – la possibilità di costituire associazioni sindacali, aderirvi e svolgere attività sindacale sul lavoro;
    – il diritto di assemblea;
    – il diritto a scioperare, senza essere retribuiti ma conservando il proprio posto di lavoro.

Se la materia del diritto del lavoro ti interessa, perché non studiare giurisprudenza a Reggio Calabria? Potresti approfondire l’argomento e magari trasformarlo nel tuo lavoro!


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