Come diventare agente pubblicitario: studi e possibilità

Per comprendere come diventare agente pubblicitario è importante capire come funziona il mondo della pubblicità. È un ambiente competitivo, stratificato, ma anche creativo e stimolante in modo sempre innovativo. All’interno di questo ambiente si muovono diverse figure, ci sono professionalità dedicate ad aspetti molto diversi. Per spiegare cosa fa, quanto guadagna e soprattutto come raggiungere una posizione da agente pubblicitario partiamo dall’inizio.

Lavoro in campo pubblicitario: due categorie

agente pubblicitarioPossiamo suddividere il lavoro pubblicitario di due diverse categorie. Sì, diverse. Perché nonostante siano affini perché condividono lo stesso sfondo in realtà si basano su presupposti molto diversi e si differenziano anche per la tipologia di mansioni e competenze che presuppongono:

  • Pianificazione e messa in atto
  • Produzione

La parte di pianificazione è quella che ci riguarda più da vicino. Il lavoro da agente pubblicitario rientra in questa prima categoria. Chi lavora per la pianificazione si occupa di strategie di diffusione pubblicitaria e interviene in tutte le fasi precedenti e successiva la realizzazione concreta di uno spot pubblicitario, di una campagna, interagendo con i servizi che ruotano intorno all’advertising e con la stampa.

L’agente pubblicitario è colui che per conto di un’agenzia cerca, contatta e contratta con i clienti interessati a realizzare campagne di pubblicazione e sponsorizzazione di prodotti o marchi di vario genere.

Lavorare nella pubblicità: pianificazione

Abbiamo visto cosa fa un agente pubblicitario dando un’idea generale. Torneremo sull’argomento a breve. Vediamo ora quali sono gli altri lavori che appartengono alla prima categoria.

Il titolare di un’agenzia di pubblicità è colui che sta a capo dell’agenzia incaricata di progettare piani di pubblicizzazione di prodotti o servizi, per conto di aziende o enti. Può vendere spazi pubblicitari su vari canali, a seconda del tipo di brand, del target e anche del tipo di piattaforma e media con i quali ha intessuto rapporti.
Come puoi facilmente intuire, in realtà, il profilo dell’agente pubblicitario e quello del titolare di agenzia di pubblicità sono molto simili, talmente tanto simili e complementari che spesso e volentieri coincidono.

A queste due figure appena citate si avvicinano quella del consulente pubblicitario (o advertising consultant): si tratta della persona che si occupa di diffondere una campagna pubblicitaria in modo capillare, strategicamente organizzato ed efficace dal punto di vista del marketing. Il suo ruolo entra in scena quando gli spot sono stati girati e la campagna è stata progettata in toto dal punto di vista creativo.

Infine, l’account manager è colui che si occupa di rendere il più possibile ottimale l’immagine di un’azienda, prodotto, servizio integrando la campagna su tutti i canali digitali ed analogici. Organizza interviste, eventi, promozioni, ha un ruolo attivo e molto legato alla dimensione delle pubbliche relazioni.

Agente pubblicitario o pubblicitario

Il pubblicitario vero e proprio appartiene alla seconda categoria. Si occupa attivamente e praticamente della produzione degli aspetti concreti della pubblicità. Crea campagne e spot, costruisce l’immagine di un prodotto e può anche muoversi per l’organizzazione e realizzazione di manifestazioni, eventi promozionali, etc.

Svolge un ruolo trasversale, che spazia in diversi ambiti e campi. Solitamente per conto di un’agenzia può venire incaricato di individuare nuovi clienti per i quali realizzare piani pubblicitari. Si muove con facilità su diversi canali e media, conoscendone ampiamente e profondamente le dinamiche e le strategie più innovative ed efficace, anche se è sempre più frequente e richiesto che un pubblicitario sappia lavorare in modo specifico su un solo canale.

Oltre al pubblicitario con un profilo così vasto troviamo anche altri professionisti, come l’art buyer, che gestisce i rapporti con gli altri professionisti che gravitano intorno al mondo della produzione pubblicitaria su specifici progetti, entrando di connessione e gestendo modelli, attori, musicisti, al fine di coordinare le specificità professionali in modo integrato per centrare l’obiettivo.

Altra figura rilevanti al fine della fase di produzione è quella del copywriter. Il copy scrive testi, studia concept, inventa slogan, nomi di prodotto e di marchio, lavora per dare corpo alla comunicazione dal punto di vista testuale, quello più legato al messaggio, scegliendo quale registro utilizzare a seconda dell’identità del brand e del tipo di target a cui si rivolge.

Lavora gomito a gomito con il grafico pubblicitario, e insieme costituiscono la coppia creativa per eccellenza delle agenzie di comunicazione e di pubblicità. Nelle agenzie più grosse e importanti il grafico pubblicitario è supervisionato dall’art director, figura di coordinamento dell’impatto visivo di una campagna.

Cosa fa l’agente pubblicitario

diventare agente pubblicitarioUn agente pubblicitario, come abbiamo già illustrato, lavora per un’azienda nello specifico. A volte può essere una televisione, una radio o anche un giornale, tutti luoghi in cui è possibile diffondere messaggi promozionali e che nel tempo sono diventati anche spazi di vendita. L’agente pubblicitario è responsabile delle entrate relative alla vendita degli spazi pubblicitari. Si può diventare agente pubblicitario perseguendo diverse vie formative, ma ormai è dato per scontato che i futuri professionisti in questo settore abbiano almeno una laurea triennale nell’area disciplinare dei media e del giornalismo, con abilità consolidate pure dal punto di vista del marketing. Ultima, ma non in ordine di importanza, la conoscenza della lingua straniera.

Oltre agli aspetti strettamente formativi influiscono e subentrano nella scelta di lavorare come agente pubblicitario e nella possibilità che ciò si concretizzi anche il talento e le abilità innate o allenate di ognuno, soprattutto per quanto riguarda spirito critico e d’iniziativa, creatività, empatia, capacità di osservazione e di sviluppo del pensiero divergente.

Stage come agente pubblicitario

Una strada percorribile è quella dello stage, che consente di fare esperienza anche senza un vincolo professionale consolidato in un’ottica a lungo termine. Le possibilità sono numerose e spesso sono sotto gli occhi di tutti. Una radio o una televisione locale, una redazione di un giornale territoriale o che si occupa dei tuoi principali interessi. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia, soprattutto quando si tratta di stage non retribuiti. Se vuoi diventare agente pubblicitario dopo la laurea devi cercare un modo per maturare esperienza, e questo è un modo interessante perché ti spinge direttamente al cuore della pratica, dell’esperienza diretta, consentendoti di accumulare le capacità e le abilità che la sola università non ti può garantire.

Anche mentre frequenti l’Università telematica a Reggio Calabria puoi avviare un percorso di stage o tirocinio, uno dei primi passi verso la professione vera e propria.

Lavorare come agente pubblicitario: stipendio

Dallo stage è possibile ottenere una proposta di collaborazione professionale, spesso succede. Si inizia gradualmente, come per molti altri lavori, ricoprendo una posizione entry-level e arrivando via via a posizioni con sempre maggiori responsabilità, premiate con stipendi maggiori. I primi anni di lavoro si allenano le competenze essenziali, che vanno solidificate e rese competitive. La concorrenza per questo lavoro è alta, sicuramente da qualche parte c’è un tuo collega che vuole la tua testa perché stai per soffiargli il posto. Scherzi a parte, noi siamo dell’idea che ci dev’essere posto per tutti. Certo, come in parte è giusto che sia, per avanzare professionalmente c’è bisogno di costante aggiornamento e di buoni risultati formativi. Oltre alla formazione contano anche i “talenti” e le predisposizioni personali. E se raggiungerai il tuo obiettivo avrai uno stipendio medio da consulente pubblicitario in Italia, pari a 37.500 € l’anno, per circa un corrispettivo di 19.23 € l’ora, anche se per l’entry level la cifra si abbassa notevolmente arrivando a circa 16.800 € l’anno.

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