Sintomi stress da lavoro correlato: quali sono e come riconoscerli

Siete interessati a comprendere quali siano i sintomi da stress da lavoro correlato? Ecco una guida redatta sull’argomento a cura dello staff dell’Università Niccolò Cusano di Reggio Calabria.

Iniziamo con lo specificare cos’è lo stress da lavoro correlato, dandone una definizione adeguata: “lo stress lavoro correlato – secondo la European Agency for Safety and Health at Work – è la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell’ambiente lavorativo eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste valutazione rischio stress lavoro correlato”.

La definizione dice già tutto: è il fisico, oltre alla mente, del lavoratore a assorbire la negatività dello stress causato da un lavoro caratterizzato da carichi eccessivi (emotivo-relazionali o dati da elevata o scarsa o inadeguata attività) o impropri. Il lavoratore sottoposto a questo tipo di stress arriverà a non svolgere più con passione il proprio lavoro, fino a disinteressarsene completamente.

Ecco perché è fondamentale accorgersi dei sintomi di questo tipo di stress – pericoloso come altre malattie, se portato fino allo stadio finale – così da correre ai ripari e iniziare una ripresa che possa valorizzare le competenze e la professionalità.

Sintomi da stress: ecco quelli da monitorare

Come prima cosa, è fondamentale comprendere quelli che possono essere i sintomi di uno stress, per poi ricondurli ad una sfera privata o alla sfera lavorativa (ed in questo caso si può parlare di lavoro correlato).

I sintomi da tenere sotto controllo, dunque, sono i seguenti:

Sintomi di tipo organizzativo

  • Assenteismo
  • Turn over
  • Conflittualità / Difficoltà relazionali
  • Bassa qualità nelle prestazioni
  • Infortuni /malattie professionali
  • Cambio mansione
  • Problemi disciplinari
  • Violenza e molestie di natura psicologica
  • Non conformità

Sintomi comportamentali

  • Indecisione e insicurezza
  • Irrequietezza
  • Impulsività crescente
  • Diffidenza o aumento della stessa
  • Capacità di giudizio ridotta ed aumento degli errori
  • Impazienza e suscettibilità
  • Voglia di isolarsi e/o non frequentare gli altri
  • Difficoltà crescenti nei rapporti interpersonali
  • Assuefazione all’alcool, al fumo e/o sostanze calmanti o stimolanti
  • Disturbi del comportamento alimentare: attacchi bulimici (episodi anoressici più raramente)

Sintomi psicologici

  • Concentrazione e attenzione ridotta
  • Memoria meno pronta
  • Nervosismo e irritabilità
  • Stato ansioso e apprensivo costante
  • Crisi d’identità
  • Crisi depressive, autocommiserazione, crisi di pianto
  • Tendenza a fantasticare
  • Autocritica esagerata
  • Pessimismo e cattivo umore

Sintomi fisici e psicosomatici

  • Disturbi dell’alimentazione
  • Disturbi gastroenterici
  • Disturbi cardiocircolatori
  • Disturbi respiratori
  • Disturbi urogenitali
  • Disturbi locomotori
  • Disturbi dermatologici
  • Disturbi del sonno

Per vagliare tutti questi sintomi ed, eventualmente, ricondurli alla sfera lavorativa, possono entrare in causa varie figure professionali che si occupano proprio di valutare i lavoratori nell’ambiente dove svolgono le loro mansioni. Ad esempio, dei colloqui del personale con psicologi o medici del lavoro possono aiutare a scoprire alcuni di questi sintomi. Altresì è possibile – per la direzione aziendale – svolgere delle riunioni periodiche con lo staff delle risorse umane e con i capi reparto.

Quali lavoratori possono subire lo stress lavoro correlato?

Ma quali sono quelle categorie di lavoratori più inclini al rischio stress lavoro correlato? Secondo la European Agency for Safety and Health at Work, le figure maggiormente colpite sono quelle che – nel corso della loro occupazione lavorativa – entrano in contatto non solo con lo stress personale ma anche con quello della persona aiutata. Ad esempio, lo stress lavoro correlato può facilmente colpire i medici ed il personale sanitario (anche nel corso della specializzazione, quando si è ancora studenti), gli psicologi, gli psichiatri, gli assistenti sociali, gli insegnanti e gli educatori e anche gli avvocati.

Nel corso della loro professione, tutte queste categorie professionali possono subire un processo di “logoramento” dovuto alla mancanza di energie: come se, ad un certo punto, ci si trovasse di fronte all’impossibilità di sostenere con consapevolezza i propri assistiti.

Inoltre, se non si riesce a scaricare lo stress accumulato si incorre nel rischio di burnout, cioè – traducendo letteralmente dall’inglese – di scottarsi.

I sintomi del burnout, cioè della fase conclusiva e più grave dello stress da lavoro correlato, sono i seguenti: esaurimento emotivo, depersonalizzazione, atteggiamento cinico, minor interesse nei confronti dell’ambiente lavorativo, varie assenze ingiustificate, frustrazione e insoddisfazione, scarsa empatia.

Ma non solo psicologici, come già accennato, è anche il corpo a subire quelle che sono le bruciature dello stress. Infatti, altri sintomi riconducibili al burnout sono l’insonnia, l’abuso di alcol e di sostanze psicoattive, fino ad arrivare al rischio di suicidio.

 


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